Trovare un inizio come artista lo trovo sempre complicato perché da che ne ho memoria, in una qualche misura, l’arte c’è sempre stata. Essendo da sempre molto timida ho imparato presto che l’arte era il mio modo di parlare al mondo, far sentire la mia voce pur rimanendo in silenzio. Da adolescente dipingere era per me un atto di fede: ero certa che quel groviglio incomprensibile di emozioni avrebbe trovato chiarezza solo su una tela di cotone. Con il tempo e la conoscenza, ho imparato che se volevo scoprire il vero potere dell’arte dovevo alzare lo sguardo e uscire dal mio minuscolo pianeta e come un caro piccolo principe prima di me; perdermi e ritrovarmi in mondi inesplorati abitati da anime semplici e autentiche.
Mi piace dire che la mia ricerca artistica sia un elogio alla luna dove si riflette il perpetuo mutare delle emozioni umane. Attraverso l’arte cerco di conoscere e rendere eterne tutte quelle mutevoli emozioni celate nei “grandi occhi”, protagonisti indiscussi delle mie opere, capaci di creare una profonda connessione tra l’opera e il fruitore: Un dialogo il cui alfabeto è quello dell’anima.

La tecnica che ora preferisco è quella che tuttora mi contraddistingue come artista: caffè su carta di Amalfi; carta pregiata realizzata con tecniche artigianali.