Ricordo che all’età di quattro anni o forse cinque, seduto in un angolo del campo (essendo figlio di contadini) mentre i miei genitori lavoravano, cercavo di realizzare degli omini, degli animali e comunque delle piccole sculture, con la terra fresca che trovavo scavando con le mani. Penso che proprio in quel periodo abbaia iniziato a prendere forma la mia estetica artistica. Mi è sempre venuto facile, sin da prima di iniziare la scuola, riprodurre col disegno ciò che vedevo intorno a me e che evidentemente mi colpiva. Questa inclinazione per il disegno prima, per la pittura poi l’ho mantenuta nel tempo, anche se per tutto il periodo della maturità l’ho quasi abbandonata, mi limitavo a riprodurre nei diari dei miei compagni di scuola, i personaggi dei Simpson. Dopo il diploma di ragioniere, per qualche strano motivo che non so spiegare, si è insinuato in me, come un tarlo, il desiderio di dipingere, di creare, di fare arte. Ho incominciato a leggere libri d’arte, sia libri che insegnavano i primi rudimenti del disegno e della pittura, che biografie di artisti, fino a frequentare l’accademia privata di un pittore cesenate. Quasi subito ho iniziato anche una mia personale ricerca artistica, che dura ancora oggi. E ora non posso più smettere di fare arte: è un po’ come quando si prova a trattenere il fiato, per quanto tu sia bravo a trattenerlo a lungo, prima o poi, devi ricominciare a respirare se non vuoi morire.